Un pizzico di sale

Arriva la scuola

ROMA, 17 settembre 2012 - Ebbene, siamo a Settembre. L’estate è quasi al termine. Caronte, Lucifero, Minosse  con il loro caldo torrido, hanno lasciato il posto a Beatrice e le temperature si sono abbassate. L’aria si è rinfrescata. Finalmente si respira….ma con un po’ di dispiacere mettiamo via costumi da bagno, teli mare, ombrelloni, e per i piccolini canottini e salvagenti. Da Settembre si ritorna in città, si ricomincia a lavorare e per ragazzi e ragazze, bambini e bambine ricomincia un nuovo anno scolastico.

Quante emozioni! Da bambina ricordo l’emozione per la prima cartella, il diario da scegliere ogni anno, il profumo delle pagine dei libri ancora nuovi. E adesso da mamma, ricordo l’emozione provata per i miei figli nel loro primo giorno di scuola: Davide, grembiule blu, passo deciso e gioioso perché non vedeva l’ora di andare a scuola e Sara, grembiule bianco, zaino sulle spalle a momenti più grande di lei, tanta gioia nel cuore.
Questa domenica  ho affrontato l’argomento con i bambini della chiesa di Treviso.
“Che bello…” mi hanno risposto (con sorpresa da parte mia!).
“Io non vedo l’ora di rivedere i miei amici e di ritornare a studiare matematica…e poi sono contenta di essere stata ammessa in quarta!” Dice Vittoria.
“Io non vedo l’ora di rivedere i miei amici e di cominciare a suonare il violoncello…”racconta Gabriella.
“Io andrò a scuola in Brasile…” racconta Lucas.
“Io non vedo l’ora di ritrovare i miei amici…” dicono Mattheus, Victoria, Jo e Sara.
Tutti non vedono l’ora di ritrovare i loro compagni. Avranno tanto da raccontare e da ascoltare: tre mesi di vacanze sono lunghi…!
Mi chiedo: chissà com’era ai tempi del popolo della Bibbia?

Faccio una breve ricerca e comprendo che nell’Antico Testamento non c’era la scuola e neanche la chiesa come la intendiamo noi oggi.
L’insegnamento della Parola del Signore era compito dei genitori i quali raccontavano ai propri figli gli avvenimenti storici, le promesse di Dio ed i comandamenti. Spiegavano il perché era successo e quali insegnamenti poterne trarre. Tutto doveva essere raccontato nel modo più preciso possibile perché non si scriveva nulla e ogni cosa era trasmessa oralmente, e i bambini dovevano ascoltare e imparare bene per non rischiare di perdere nulla e poter poi a loro volta tramandare ai loro figli.

In seguito Mosè fece trascrivere la legge sulla pietra, e poi si usarono i rotoli che furono custoditi nel Tempio.
Ai genitori spettava anche il ruolo di maestri, perché in famiglia s’imparava anche a leggere a scrivere e a contare.
Oggi noi genitori non siamo più obbligati a essere anche insegnanti, e i nostri bambini per imparare vanno in un luogo ricco di speranze dove poter intrecciare nuove amicizie, chiamato “scuola”.

La scuola offre ai bambini e alle bambine la possibilità di imparare e mettersi a confronto con i loro coetanei aiutandoli così a crescere, e per noi genitori è un ottimo supporto per la loro educazione.
Ora non voglio dilungarmi su quelli che sono i pregi e i difetti della scuola, ma voglio fare insieme a voi lettori e a voi lettrici una preghiera che serva da augurio per l’anno scolastico che sta per cominciare :”Perché l’uomo conosca la saggezza, l’istruzione e comprenda i detti sensati; perché riceva insegnamento sul buon senso, la giustizia, l’equità, la rettitudine; per dare accorgimento ai semplici e conoscenza e riflessione al giovane.” (Proverbi. 1:2-4).

Buon anno scolastico a studenti e studentesse, insegnanti e genitori, insomma, a chi deve apprendere e a chi deve in qualche modo stare vicino a quanti hanno intrapreso questo percorso.

NEV

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