Un pizzico di sale

I bambini ci pongono domande, ma Dio ci ascolta

ROMA, 29 febbraio 2016 - “Mamma, ma che Dio è una stampante 3D che fa tutto quello che vuoi tu?”
Questa la domanda che mi ha posto qualche sera fa il mio piccolo di quasi 5 anni alla fine della preghiera serale, detta sottovoce prima di addormentarci, nella quale ringraziavo per la giornata appena trascorsa ma anche chiedevo di proteggerci durante la notte e di darci una buona giornata l’indomani.
Ho riso tanto, tantissimo, anche perché non poteva che essere questa la metafora più vicina e, magari, comprensibile per la nuova generazione detta dei nativi digitali. E, poi, quanto dobbiamo noi protestanti a questa provvidenziale invenzione, la stampa (a caratteri mobili) appunto?
I tempi cambiano, gli immaginari sono differenti, ma l’idea di un Dio che forse ci ascolta e forse ci esaudisce è immutata e immutabile e quella filogenesi che segue l’ontogenesi si ritrova suo malgrado cristallizzata nel perpetrarsi degli stessi interrogativi.
Ma è così che riflettendoci ho avuto la conferma che, sebbene non risponde come vorremmo o come crediamo debba fare e nei tempi che noi auspichiamo, Dio ascolta e agisce.

E lo fa anche attraverso una giovane educatrice che dallo scorso anno scolastico segue uno studente in una delle mie classi e con la quale collaboro molto proficuamente per preparare animazioni e attività di gruppo. In verità, è sempre lei che me le propone e io, che se non fosse per quella progettazione scolastica che ha comunque contenuti e tempi è così che farei sempre lezione, sono ben contenta di accoglierle.  E, dunque, giunta alla Riforma Protestante, argomento sul quale di solito mi faccio intervistare e distribuisco libri libricini e opuscoli a quanti/e vogliono approfondire, lei non soltanto vuole assistere ma accetta volentieri di leggere “I grandi principi del Protestantesimo” di Gounelle edito dalla Claudiana. Da subito mi chiede se sono disponibile a incontrare il gruppo Scout che frequenta e dopo le vacanze natalizie mi propone un’animazione per far capire meglio alla classe la Riforma: è l’interessante libretto che le ha dato l’idea.
Come si è capito, lei e cattolica ma vuole che gli studenti e le studenti capiscano l’importanza dei diversi punti di vista e la differenza fra libertà e imposizione: distribuisce dei fogli con delle strane immagini stampate e a un gruppo chiede di vederci soltanto animali, che non sempre verranno individuati, e all’altro tutto ciò che è possibile vederci, e la maggiore o minore fantasia porterà a risultati sorprendenti.
In meno di trenta minuti e nell’animosità tipica di una classe che non fa ‘lezione’ ecco  rivivere Martin Lutero, quel giovane di cinquecento anni, del quale abbiamo visto anche qualche stralcio di una bellissima puntata di “Protestantesimo”, che ancora ci interroga sul nostro essere seguaci di Cristo nella pluralità delle differenze. E in quella dimensione tutta moderna e ancora da compiersi della libertà nella responsabilità.

Virginia Mariani

NEV

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